Bonus sicurezza: detrazioni del 50% per le spese di installazione
La progettazione di impianti di allarme e antifurto tramite il bonus sicurezza, noto anche come bonus allarme o bonus antifurto, costituisce una detrazione fiscale del 50% sull’impianto di allarme. Questo beneficio rientra nell’ambito degli incentivi noti come “bonus ristrutturazioni“, applicabili alle abitazioni.
Secondo quanto dichiarato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il bonus ristrutturazioni si estende anche agli interventi volti a prevenire atti illeciti da parte di terzi, come furti e aggressioni. La proroga del contributo è valida fino alla fine del 2024, garantendo una detrazione del 50% su una spesa massima di 96.000 €.
La detrazione fiscale del 50% può essere ottenuta in 10 anni. Alcuni esempi di misure ammissibili per il bonus sicurezza includono apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto con relative centraline, fotocamere o cineprese collegate a centri di vigilanza privati, l’installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti, nonché il rafforzamento, la sostituzione o l’installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici e porte blindate o rinforzate.
Gli impianti antifurto sono dispositivi necessari per aumentare la sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, ridurre i rischi di intrusione e arginare il problema dei furti, a patto che siano progettati a regola d’arte.
Il Comitato Tecnico Italiano (CTI) ha individuato tutti gli impianti di allarme e sorveglianza per la protezione di edifici, fra i quali:
- i sistemi antintrusione e videosorveglianza;
- i sistemi di controllo accessi;
- gli impianti di rivelazione e segnalazione incendio;
- i centri di monitoraggio e ricezione allarmi;
- gli apparati citofonici e videocitofonici.
In questo focus ci concentriamo sui sistemi antintrusione. Sono 2 le norme di riferimento per la progettazione di impianti antifurto:
- la norma CEI 79-3, “Sistemi di allarme – Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione”, che definisce i requisiti tecnici e gli standard di sicurezza da rispettare durante il processo di realizzazione, verifica e manutenzione dell’impianto;
- la norma CEI 64-8, che regolamenta la progettazione, l’implementazione e la verifica degli impianti elettrici operanti a bassa tensione. Il documento fornisce una serie di disposizioni relative alla selezione dei componenti elettrici, alla progettazione e all’installazione dell’impianto, nonché alle procedure di verifica e all’ottimizzazione dell’efficienza energetica.
Non si può progettare un impianto antifurto se prima non si fa una valutazione del rischio. Quest’ultima deve tener conto di una serie di fattori tra i quali la destinazione d’uso del luogo in cui viene installato l’impianto d’allarme e il valore dei beni da proteggere.
In questo modo si può classificare il tipo di impianto tra uno dei quattro gradi di rischio individuati dalla norma:
- rischio basso (grado 1): gli intrusi hanno una conoscenza bassa degli impianti di sicurezza e non hanno una grande quantità di attrezzi tra quelli facilmente reperibili;
- rischio medio-basso (grado 2 ): gli intrusi non conoscono bene gli impianti, ma hanno a disposizione strumenti portatili tali da disattivare il sistema;
- rischio medio-alto (grado 3): gli intrusi hanno una discreta conoscenza degli impianti di sicurezza, con a disposizione una vasta gamma di strumenti e apparecchi elettronici portatili;
- rischio alto (grado 4): gli intrusi hanno capacità e risorse per pianificare un’intrusione o una rapina del dettaglio, oltre che strumenti e attrezzature per metterla in atto, anche quelli per sostituire i componenti dell’impianto di sicurezza.
In base al rischio la norma CEI 79-3 analizza i livelli di prestazione dell’impianto.
L’impianto da progettare può avere 4 livelli di prestazione: dal livello 1 (quello più basso se il rischio valutato è basso) al livello 4 (livello di prestazione più alto se il rischio valutato è alto). Quindi bisognerà fare una valutazione sul grado di rischio prima di procedere con l’installazione di una tipologia di allarme: se ad esempio voglio proteggermi da rapinatori che non hanno una buona conoscenza del sistema, ma che hanno gli strumenti necessari per poterlo disattivare, allora procederò ad installare un sistema di allarme di grado 2.
Quando ci si appresta a progettare un impianto di allarme occorre fare numerosi calcoli, schemi e relazioni al fine di realizzare un sistema sicuro e in linea con le norme in vigore. Eventuali errori di progettazione potrebbero causare futuri incidenti elettrici e mettere a rischio la sicurezza dell’edificio e delle persone.